sigla
s. f. [dal lat. tardo sigla -orum, neutro plur., «abbreviature», prob. der. di singŭla (littera) «abbreviazione»]. – 1. a. La lettera o le lettere iniziali del nome di persone, ditte ed enti, associazioni e partiti, e di denominazioni varie, come forma abbreviata usata per comodità in sostituzione dell’intero nome: mettere la propria s. sulle minute delle lettere; firmare con la sola s.; senza la s. del direttore questo assegno non può essere pagato; FI è la s. automobilistica di Firenze; INA è la s. dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni; ADN è la s. italiana, corrispondente a quella inglese, più nota, DNA, dell’Acido Desossiribonucleico; sciogliere una s., scrivere o leggere per intero le singole parole che la compongono. b. Nella prassi diplomatica, sottoscrizione abbreviata di un accordo internazionale consistente nelle lettere iniziali della persona fisica preposta da uno stato alla negoziazione dell’accordo stesso: costituisce, di solito, soltanto l’atto ricognitivo dell’autenticità del testo redatto, preliminare quindi alla formale procedura della firma vera e propria e a quella conclusiva della ratifica. 2. Per estens., s. musicale (ma spesso anche assol. sigla), motivo musicale o frase musicale e cantata, o anche complesso di immagini, musica e canto, che, sempre nella stessa forma, precede o conclude una determinata trasmissione radiofonica o televisiva, periodica o a puntate. ◆ Per molto tempo si è seguito il criterio di scrivere le sigle per lo più senza punti tra una lettera e l’altra se formate da un gruppo di lettere leggibili più o meno correntemente, come se si trattasse di un vero e proprio nome (per es., CONI, DOC, ENEL, TAC, letti 〈kòni, dòk, ènel, tak〉). In caso il gruppo di lettere non fosse leggibile, invece, si interponevano i punti tra lettera e lettera, e in tal caso le singole lettere venivano lette distintamente (per es., D.P.R. 〈dippi-èrre〉, C.N.R. 〈či-ènne-èrre〉, C.G.I.L. 〈čiǧǧi-èlle〉), o addirittura sciogliendo l’abbreviazione (per es., il T.C.I., letto per lo più distesamente: il Touring Club Italiano; i C.C., letto: i Carabinieri; le FF.AA., letto: le Forze Armate; la G.U., letto: la Gazzetta Ufficiale). Oggi, invece, la tendenza è quella di scrivere comunque tutte le sigle prive di punti tra una lettera e l’altra. La maggior parte delle sigle per la loro praticità sono largamente usate come sostantivi: la CISL (Confederazione italiana sindacato lavoratori), la P.S. (Pubblica Sicurezza), le ACLI (Associazioni cristiane dei lavoratori italiani), le B.R. (Brigate rosse), l’ADSL (asymmetric digital subscriber line, sigla usata come sinonimo di connessione veloce alla rete); va inoltre notato che molte di esse vengono scritte, nella stampa quotidiana e periodica, in lettere minuscole e senza i punti: il ct, il commissario tecnico, il pm, il Pubblico Ministero, ecc. Nella formazione delle sigle, e talvolta in talune modificazioni che esse subiscono nell’uso, gioca spesso il desiderio di ottenere un complesso leggibile; a tale scopo si utilizzano talvolta altre lettere oltre le iniziali; per es., FINSIDER è la sigla della Società Finanziaria Siderurgica, e ISTAT dell’Istituto Centrale di Statistica. Alcune sigle, per la grande diffusione che hanno, sono diventate anche dei nomi veri e proprî: per es., la FIAT è la denominazione corrente della Fabbrica Italiana Automobili Torino, e una Fiat è un’automobile prodotta da questa fabbrica.