sgambetto
sgambétto s. m. [der. di gambetto, col pref. s- (nel sign. 6); nel sign. 2, der. di sgambettare]. – 1. L’atto di mettere intenzionalmente un piede tra le gambe di una persona che cammina o corre allo scopo di farla cadere: dare, fare lo s. a uno, anche in senso fig., prendergli il posto, passargli avanti in una competizione o nella carriera con mezzi sleali. In partic., come termine sport.: a. Nel gioco del calcio e in altri giochi a squadre come la pallacanestro, lo hockey, ecc., fallo consistente nel tentare intenzionalmente di far cadere un avversario in movimento o fargli perdere coordinazione, ostacolandogli con un piede o una gamba la corsa (o anche chinandosi lateralmente davanti a lui), fallo per il quale sono previste e comminate determinate punizioni (nel calcio, è punito col rigore se commesso in area di rigore, o con un tiro di punizione diretto se commesso in altro punto del terreno di gara). b. Nella lotta, il fatto d’incrociare le proprie gambe con quelle dell’avversario, per farlo cadere, il che costituisce un colpo ammesso nella lotta libera e proibito nella lotta greco-romana. c. Nel judo, nome generico di diversi colpi d’assalto, effettuati con le gambe su quelle dell’avversario e intesi a provocarne la caduta. 2. Rapido movimento degli arti inferiori compiuto portando le gambe in avanti e in dietro o piegandole e incrociandole in brevi salti: appena il burattino si accorse di avere i piedi, saltò giù dalla tavola dove stava disteso, e principiò a fare mille s. e mille capriole, come se fosse ammattito dalla gran contentezza (Collodi).