sfumatura
s. f. [der. di sfumare]. – 1. a. Passaggio graduale da un colore a un altro, nella tecnica pittorica: un paesaggio reso più fuso e unitario con sapienti s. di tinte. Con accezione più partic., ognuna delle varie tonalità di un determinato colore: in certi tramonti si succedono tutte le s. del rosso; quest’anno sono di moda il viola e il malva in tutte le sfumature. b. Nella tecnica del disegno e dell’incisione, l’operazione di sfumare i contorni di figure e di oggetti, e la parte stessa sfumata. c. In musica, passaggio graduale da una nota all’altra. In partic., alterazione dei suoni del tetracordo nella musica greca antica. d. In tessitura, lo stesso che ombreggiatura. e. estens. Taglio dei capelli per cui questi risultano gradualmente più corti tra la nuca e il collo; con sign. concr., la zona sfumata che segna il passaggio tra la parte inferiore del collo libera da capelli e la zona del collo o della nuca che comincia a esserne ricoperta: fare la s. alta, bassa; taglio senza sfumatura. 2. fig. Valore espressivo secondario, affidato nel linguaggio parlato a una particolare intonazione della voce, in quello scritto a effetti stilistici, e negli altri mezzi espressivi a particolari tonalità dei suoni, del colore, delle forme: nelle sue parole c’era una s. di ironia, di rimprovero; certe s. di significato si possono esprimere solo nella lingua materna; anche assol.: discorso, pagina, racconto pieno di sfumature; esprimere crudamente il proprio pensiero, senza sfumature; solo un esperto può cogliere certe s. nell’esecuzione musicale. 3. Operazione praticata, a mano o a macchina, nell’estrazione dell’olio essenziale degli agrumi, che si attua premendo le scorze dei frutti, immerse da alcune ore in acqua calda, con la parte esterna contro una spugna, in modo che questa si imbeva del contenuto delle vescicole situate nella scorza stessa: spremendo poi la spugna si ottiene un misto di acqua e di olio essenziale, il quale ultimo si separa per decantazione.