sesto2
sèsto2 s. m. [sostantivazione di sesto1; cfr. sesta2]. – 1. ant. Compasso: Colui che volse il sesto A lo stremo del mondo (Dante). 2. In architettura, linea curva d’intradosso dell’arco, che può assumere varie forme (circolare, ellittica, policentrica, ecc.): arco a tutto s., semicircolare; arco a s. rialzato o a s. ribassato; arco a s. acuto o a s. ogivale. 3. Sempre e solo al sing., in locuzioni agg. e avv., posizione o disposizione regolare e normale: questo telaio è fuor di sesto; quel quadro non mi sembra a s.; rimettersi il cappello in s. (anche con uso assol., rimettersi in s.); estens., ordine, assetto: mettere a s. una stanza, riassettarla; comare Sidora, quand’ebbe finito di dar sesto alla casa, venne lei pure (Verga); in usi fig.: quello sforzo d’attenzione sospendeva il sentimento del male, e teneva in s. i suoi pensieri (Manzoni); porre in s. i proprî affari; non so se riuscirà a rimettersi in s., a ritornare in una situazione economica normale; essere, sentirsi fuori di s., non essere in condizioni normali. Nel dial. veneto, de sesto, locuz. agg. (che ha anche un dim. fam. de sestìn), dabbene, ammodo, di garbo: la vederà, se el xè un putto de sesto (Goldoni). In partic.: a. In agraria, s. d’impianto, la disposizione che si dà alle piante, e spec. agli alberi, in un appezzamento di terreno: s. a quadro, a quinconce, a rettangolo, a settonce, ecc. b. Nella costruzione navale, garbo delle ossature di una nave con lo scafo in legno. 4. Nel linguaggio tipografico del passato, il formato di un libro: una raccolta dei principali poeti e prosatori italiani di picciol s., e di graziosa stampa (Alfieri).