servire
v. tr. e intr. [lat. servire, propr. «essere schiavo», da servus «schiavo»] (io sèrvo, ecc.; come intr., aus. avere e, in alcuni sign., essere). – 1. Essere servo, schiavo, soggetto interamente alla volontà altrui; in senso generico è d’uso letter. e può avere costruzione transitiva: essere costretto a s. uno spietato tiranno; oppure intransitiva (aus. avere), secondo l’uso lat., con un compl. di termine: s. alle altrui voglie; nessuno può s. a due padroni, traduzione delle parole di Gesù (Matteo 6, 24; cfr. Luca 16, 13) nemo potest duobus dominis servire, le quali esprimono l’incompatibilità, per il cristiano, fra il servizio di Dio e la ricerca delle ricchezze terrene, e nell’uso corrente sono spesso ripetute come ammonimento a fuggire ogni comportamento ambiguo. Frequente l’uso assol.: vedendosi giunta in forza altrui, Morire in prima che servir sostenne (Petrarca), di Sofonisba che si uccise piuttosto che cadere in mano dei Romani; con partic. riferimento alla soggezione politica: L’altrui voglia era legge per lui [il lombardo]; ... La sua parte, servire e tacer (Manzoni). 2. a. Essere a servizio, lavorare alle dipendenze di altri in qualità di domestico; per lo più usato assol.: ha servito per dieci anni in una casa signorile. b. Presentare le vivande ai commensali: s. in tavola, portare le vivande in tavola in modo che il pranzo possa cominciare (anticam. anche s. la tavola: li tre famigliari servirono le tavole, Boccaccio); s. a tavola, presentare le vivande ai singoli commensali; servite prima la signora; se permette, la servirò io; con riferimento ad altri trattenimenti: far servire il tè, il caffè, il rinfresco; in ristoranti o altri locali pubblici: il cameriere gli servì una minestra, una granita di caffè. Nel rifl., servirsi, prendere da sé una parte di ciò che viene offerto o portato in tavola: la prego, si serva; servitevi pure, non fate complimenti! c. Di commessi, commercianti, artigiani (raram. professionisti), soddisfare le richieste dei clienti; con riferimento a singole prestazioni: è un supermercato molto fornito, o è un ottimo ristorante, ma sono in pochi, o sono lenti, a servire; s. al banco; la servo subito; un momento, devo prima s. la signora; s. qualcuno di barba e capelli, detto propriam. del barbiere, ma comunem. inteso nel senso fig., scherz. o iron., di trattare qualcuno nel modo che si merita, soprattutto come punizione o ritorsione per azioni o comportamenti ostili o spiacevoli. Riferendosi invece ad attività abituali, avere come cliente: lo servo ormai da dieci anni; analogam., nell’intr. pron., essere cliente: mi servo di solito dal pescivendolo, o dal calzolaio, qui di fronte. d. Svolgere un’attività a servizio dello stato, del Paese, con riferimento soprattutto al servizio militare in pace o in guerra, meno spesso a impieghi o funzioni civili: s. la patria, la nazione; s. in artiglieria, nei bersaglieri, in marina, nell’aeronautica; ho servito onorevolmente lo stato per oltre quarant’anni; ha servito con fedeltà ed onore, formula che appariva un tempo nel congedo militare. e. Servir messa, del chierico o laico che durante la celebrazione della messa assiste il celebrante, compiendo quegli uffici (all’altare o come lettore, ecc.) che sono richiesti dal rito liturgico. f. Nel linguaggio ascetico e religioso, s. il Signore, rendergli la venerazione e gli onori dovuti, e soprattutto eseguirne la volontà mediante l’osservanza della legge divina e dei precetti religiosi. Nota la frase servite il Signore in letizia (con opportuni adattamenti della forma verbale alle diverse circostanze in cui viene pronunciata: servire, serviamo, ecc.), per la quale v. letizia. g. Nella lingua ant., per tradizione stilnovistica, s. una donna, s. la propria donna, e anche servirla d’amore, esserle amorosamente devoto: mi ricordo già aver veduto quella donna ch’io serviva verso me turbata (B. Castiglione). Nell’uso settecentesco, assumere obblighi cavallereschi verso una donna, fare il cavalier servente: il mio piacere consiste in vedermi servita, vagheggiata, adorata (Goldoni). h. Compiacere, essere utile ad altri, soddisfarne i desiderî con atto disinteressato di cortesia: diletto prendano dal servire (Boccaccio). Con questo sign., era d’uso frequente in formule di cortesia ora abbandonate: son qui per servirti, per servirla; sarà servita; in che posso servirla?; ma anche con tono di minaccia, o in frasi iron. o scherz.: ora lo servo io; l’ha servito a dovere. 3. Con uso assol., nel gioco del tennis, del ping-pong e della pallavolo (per calco dell’ingl. to serve), eseguire il servizio (v.), fare l’azione di attacco consistente nel lanciare o battere per primo la palla. 4. In senso fig., riferito a cose: a. Per lo più nel passivo, giovare, essere utile a un fine, contribuire a un buon esito: la sua buona volontà non è servita da una sufficiente preparazione; aveva scelto sei preti ne’ quali una carità viva e perseverante fosse accompagnata e servita da una complessione robusta (Manzoni). b. Con riferimento a mezzi pubblici, assicurare un determinato servizio: una linea tranviaria che serve un quartiere assai popolare; le zone servite dalla metropolitana. 5. intr. (aus. essere, raro avere) a. Di cosa, adempiere bene al proprio ufficio: gli occhi non mi servono bene; la memoria non gli serve. In marina, far servire (sottinteso le vele), manovra con la quale si rimette in moto un veliero dopo essere stati fermi in panne, orientando le vele in modo da prendere nuovamente il vento. b. Occorrere, essere necessario: le serve nulla?; mi servirebbe un paio di forbici. Essere utile, giovare: e questo arnese a che serve?; a che serve lamentarsi?; non serve ripeterlo cento volte, perché, tanto, nessuno ti ascolta. Il fine a cui una cosa è utile, giova, e sim., può essere espresso con un infinito (introdotto da per o a): il martello serve per battere i chiodi; la chiave serve ad aprire la porta; spesso con un compl. (introdotto dalla prep. di, più raram. a): una tavola che serve di, o da, sostegno; il viaggio mi è servito di riposo, di svago; servire di esempio, di modello; le serva di norma, di avviso, di ammaestramento. In questo senso, o con quello di compiere la funzione di, il verbo può anche avere un soggetto di persona: fu lui che ci servì da guida, da interprete, e sim. 6. intr. pron. Adoperare, usare una cosa in modo da trarne la debita utilità: ha un microscopio ma non sa servirsene; ricorrere all’aiuto di una cosa: sarà bene servirsi di un cannocchiale; mi servirò di un esempio; o di una persona: mi servirò di lui come presentatore; sarà bene servirsi di un sensale. ◆ Part. pres. servènte, anche come agg. e sost. (v. la voce). ◆ Part. pass. servito, in funzione verbale e di agg. (e come sost., con sign. partic., v.): essere, restare servito, di chi rimane soddisfatto di quanto doveva essergli fatto, reso e sim.; con altro sign., restare servito, locuz. usata un tempo per esprimere un invito a pranzo: all’indomani, a mezzogiorno, restassero serviti di venir da lui (Manzoni). Con sign. partic., nel poker, sono servito, dichiarazione del giocatore che non intende richiedere altre carte, o perché ha veramente buon gioco, o perché bluffa; per estens., full, colore, poker servito, scala servita, realizzati già con la prima distribuzione di carte.