serva
sèrva s. f. [lat. serva: v. servo]. – 1. Femminile di servo, di cui ha gli stessi sign.; disusato per indicare la «donna di servizio» (sostituito successivamente da domestica o lavoratrice domestica, governante, collaboratrice familiare o colf, ecc.); è usato esclusivam. con valore spreg., anche con sign. estens., donna che ama gli intrighi e i pettegolezzi: essere pettegola come una s.; sei proprio una s. (nel linguaggio fam., riferito anche a uomo: talvolta mio fratello è curioso come una s.; è una vera s.); non sono mica il figlio della s.! (oppure: e chi sono io, il figlio della s.?), come protesta per non essere tenuto in alcun conto. Non più comune la locuz. serva padrona, riferita a una domestica o dipendente che aveva grande autorità e potere. 2. Seguito da opportuna determinazione, è appellativo di appartenenti a congregazioni religiose: Serve di Gesù Cristo, fondate all’inizio del Novecento per le attività parrocchiali e l’assistenza all’infanzia; Serve di Gesù Cristo della carità, congregazione per l’assistenza ai malati negli ospedali e a domicilio, fondata in Spagna nella seconda metà dell’Ottocento; Serve di Gesù sacramentato, fondate in Argentina nella seconda metà dell’Ottocento, per l’educazione cristiana; Serve di Maria ministre degli infermi, fondate a Madrid nel 1851, per l’assistenza agli infermi; Serve del Sacro Cuore di Gesù e dei poveri, fondate nel Messico verso la fine dell’Ottocento, per l’assistenza agli infermi e l’educazione cristiana delle fanciulle. ◆ Dim. servétta (v.); pegg. servàccia; accr. servóna, e servóne m.; accr. e vezz. servòtta, tutti riferiti al sign. 1.