seno1
séno1 s. m. [lat. sĭnus -us, propr. la piega concava formata dalla veste, nella quale le donne portavano i loro figlioletti; quindi, per estens., «petto, anima, cavità, insenatura, ecc.»]. – In senso proprio (da cui si sviluppano direttamente o indirettamente i sign. che seguono), rientranza, avvallamento, insenatura. In partic.: 1. a. Spazio o solco mediano, verticalmente disposto e corrispondente in anatomia alla regione sternale, che nel petto della donna in età fertile è compreso tra le mammelle; di qui, per estens., la parte anteriore del petto umano, il torace, talora anche sinon. di petto, rispetto al quale è parola più gentile, e usata quasi esclusivam. con riferimento a donna: si strinse il figlio al s.; reclinò il capo sul seno. Nel linguaggio com., le mammelle stesse: coprirsi, scoprirsi il s.; tenere al s., allattare; allattamento al s., l’allattamento naturale (materno o baliatico); letter., il candido, il palpitante, l’anelante s.; e lor ... Con la man leggiadrissima stringevi Al s. ascoso e desiato (Leopardi); con questo sign., è usato di regola al sing. con valore collettivo (come petto); ma si trova e si sente adoperato (sull’esempio francese) anche al plur., oppure al sing. per indicare l’una o l’altra delle due mammelle: da i nudi seni già sazio Palleggialo alto [il pargolo], e ciancia dolce Con lui (Carducci); il s. sinistro, il s. destro; fermaglio ... allacciato sulla veste fra seno e seno (Deledda). Per eufemismo, la parte interna del corpo femminile (cioè l’utero), dove si sviluppa il nascituro: il s. materno; avere, portare nel s.; benedetto il frutto del tuo s., parole dell’Ave Maria, che traducono il lat. benedictus fructus ventris tui. b. Lo spazio compreso tra la camicia, o altro indumento, e il petto (o tra due indumenti che ricoprono il petto stesso), in quanto vi sia messa dentro qualche cosa: riporre, nascondere in s.; ripiegò con cura il foglietto e se lo pose in s.; Un ramoscel di palma Et un di lauro trae del suo bel s. (Petrarca). Si dice anche, ma meno comunem., dell’uomo: si trasse di s. l’uno de’ tre pani li quali portati aveva e cominciò a mangiare (Boccaccio); così nel modo prov., allusivo a una favola di Esopo, allevarsi o scaldarsi la serpe (o la vipera) in s., beneficare una persona che si mostrerà ingrata e ostile (cfr. anche il prov. tosc. nutri la serpe in s., ti renderà veleno). c. Con senso ampio, per indicare la vicinanza o l’intimità di persona cara; soprattutto nella locuz. in seno a, fra le braccia di, accanto a: Predetto egli s’avea, che d’anni pieno Dovea morire alla sua moglie in s. (Ariosto); analogam.: figli strappati al s., o dal s., delle madri, e sim. d. In seno a è inoltre espressione frequente in senso estens. e fig. (entro, tra, in mezzo a) e con nomi indicanti non singola persona ma anche collettività, o di sign. astratto (cfr. l’uso sim. di in grembo): essere, vivere, tornare in s. alla famiglia; rientrare in s. alla comunità; riammettere in s. alla società gli individui che ne erano stati banditi; il problema dell’unità europea, tanto dibattuto, osteggiato dalle civiltà pavide, sta per essere discusso, in s. alla Società europea di cultura, dal punto di vista storico, cioè dell’unione culturale (L. Romano); rientrare nel s. della Chiesa, del cristianesimo, e sim.; e con altre prep.: poi che fu piacere de li cittadini de la bellissima e famosissima figlia di Roma, Fiorenza, di gittarmi fuori del suo dolce seno (Dante); uno dei figli più illustri che il nostro paese abbia espresso dal proprio seno. Analogam.: andare, salire, essere in s. a Dio, in s. agli angeli, ai beati, in paradiso, nella vita celeste; nella Bibbia, in s. d’Abramo, nel luogo di riposo e di beatitudine delle anime degli eletti (cfr. Luca 16, 22, parabola del ricco epulone: «Factum est autem ut moreretur mendicus, et portaretur ab angelis in sinum Abrahae. Mortuus est autem et dives, et sepultus est in inferno»). Meno propriam. le espressioni in s. alla commissione, in s. all’assemblea, in s. al parlamento, e sim., per altre più proprie («davanti alla commissione; tra i membri dell’assemblea; in parlamento», ecc.). Su tutti questi usi della locuz. in seno a ha influito anche l’altro sign. fondamentale di seno, cioè «cavità, spazio interno». 2. fig. a. letter. Animo, cuore, soprattutto in quanto sede dei sentimenti (e quindi per lo più usato come compl. di stato in luogo): Come poté trovar dentro al tuo seno Loco avarizia ...? (Dante); quanto ha il volto più di biltà pieno, Più cela inganni nel fallace seno (Poliziano); Giustizia entro al tuo seno Sieda e sul labbro il vero (Parini). Cfr. l’uso simile di petto. b. In alcuni casi partecipa del sign. proprio (petto) e del sign. fig. (animo, cuore): confidare le proprie pene, i proprî dolori nel s. di persona amica; versare nel s. materno la pienezza del cuore; deporre in un s. fidato i segreti dell’anima, e sim.; Signor, fidando, al tuo paterno seno L’anima mia ricorre (Giusti); La femminetta nel tuo sen regale La sua spregiata lacrima depone (Manzoni). 3. Cavità, concavità, e sim. In partic.: a. letter. Piega, spazio concavo formato da un’incurvatura della veste (cfr. il sign. originario del lat. sinus): il s. della toga; Erba e fior che la gonna Leggiadra ricoverse Co l’angelico s. (Petrarca). b. Spazio interno, in alcune espressioni tradizionali: nel s. della terra, nel s. delle montagne (equivalenti alle più com. nelle viscere ecc.); Né sì scossa giamai trema la terra Quando i vapori in sen gravida serra (T. Tasso). E in varî usi poetici: dentro al vivo seno Di quello incendio tremolava un lampo (Dante); anche per indicare una superficie limitata, non necessariamente concava: Cerca, misera, intorno da le prode Le tue marine, e poi ti guarda in s. (Dante, all’Italia); Per varie pietre il pavimento ameno Di mirabil pittura adorna il s. (Poliziano), la sua superficie; avanti a lui lo specchio Altero sembra di raccòr nel seno L’imagin diva (Parini), di rifletterla dentro di sé; all’ombra Degl’inchinati salici dispiega Candido rivo il puro s. (Leopardi), le acque scorrenti entro le sue sponde; Ivrea la bella che le rosse torri Specchia sognando a la cerulea Dora Nel largo seno (Carducci). Da intendersi anche come un uso metaforico del sign. 1 (petto e sim.) nei noti versi: vie più lieta, più ridente e bella, Ardisce aprire il s. al sol la rosa (Poliziano). Per ulteriore estens. dal sign. di concavità, di spazio interno: Ogne lingua per certo verrìa meno Per lo nostro sermone e per la mente C’hanno a tanto comprender poco seno (Dante), scarsa capacità. 4. In anatomia e zoologia, cavità, infossamento di un organo molle o di una struttura ossea, dilatazione di un canale o di un vaso; può essere vacuo (come i s. paranasali, i s. frontali, i s. mascellari) o ripieno di liquidi organici (per lo più sangue, come i s. della dura madre delle meningi, il s. carotideo, il s. coronario), talvolta di altri tessuti (per es. di adipe, come i s. renali): v. per tutti ai singoli aggettivi. Analogam., in anatomia comparata: s. di Morgagni, lo stesso che ventricolo laringeo; s. pericardico (v.); s. venoso (v.). Per nodo del seno, v. nodo, n. 5 c. 5. In botanica, incavo più o meno profondo tra due lobi di organi piani, come, per es., le foglie; anche l’incisione che nella maggior parte delle alghe unicellulari desmidiacee si forma per costrizione mediana della parete cellulare. 6. In geografia fisica, tratto di mare o di lago di non grande estensione, interposto tra due terre emerse unite, per lo più sede di porti e di ancoraggi: Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi (Manzoni).