semprevivo
s. m. [dal lat. tardo sempervivus agg. (e semperviva s. f.), comp. di semper «sempre» e vivus «vivo», sul modello del gr. ἀείζωον]. – 1. a. Nome (anticam. anche sempreviva s. f.) dato nelle varie regioni d’Italia a piante diverse, come quelle dei generi Sempervivum e Sedum e quelle dette comunem. perpetuini; la specie più nota è Sempervivum tectorum, che cresce su rocce, muri e tetti, e forma numerose rosette di foglie grasse, che persistono anche d’inverno (donde il nome). b. Nella classificazione botanica (lat. scient. Sempervivum), genere di piante crassulacee sempreverdi con stelo molto corto o mancante, foglie succulente e perenni, indivise e riunite in una rosetta; i fiori, raggruppati in infiorescenze cimose, hanno i verticilli tutti isomeri con sepali di solito verdastri, petali variamente colorati (bianchi, porporini, gialli); il gineceo apocarpico genera frutti costituiti da follicoli. Sono piante con elevata capacità di ibridazione, originarie dell’Europa, Nord Africa e Asia occidentale, e suddivise in poche decine di specie, di cui alcune vivono anche in Italia. 2. In numismatica, moneta d’argento fatta coniare nella zecca di Milano da Francesco II Sforza, che aveva impresse, come tipo del rovescio, tre piante di semprevivo su tre monti (con allusione alla restaurazione del dominio sforzesco sul Ducato di Milano).