sempre /'sɛmpre/ avv. [lat. semper]. - 1. a. [con continuità ininterrotta, senza termine di tempo, senza fine e, talora, senza principio: Dio è s. stato e s. sarà] ≈ eternamente, in eterno. b. [con continuità ininterrotta, sottintendendo un limite di tempo, che può essere, per es., la vita di chi parla o scrive o un periodo di essa: ho s. fatto il mio dovere] ≈ continuamente, costantemente, (fam.) dalla mattina alla sera, incessantemente, ininterrottamente, senza posa. ↔ mai. c. [in unione con un comparativo, per indicare la continua e graduale crescita o diminuzione di qualcosa: con s. maggiore impegno; il cielo si fa s. più scuro] ≈ ancora. ▲ Locuz. prep.: da sempre [fin dall'origine, da lunghissimo tempo, con riferimento al passato, ma di cosa che si protrae anche nel futuro: siamo amici da s.] ≈ (fam.) da una vita. ↓ (fam.) da un pezzo; di sempre [di tutti i tempi, di ogni occasione: Elena è quella di s., non è cambiata] ≈ consueto, di una volta, di un tempo, solito; per sempre [per l'eternità o per tutto il tempo a cui si fa riferimento] ≈ ↑ (lett.) in sempiterno, per l'eternità. 2. a. [con valore temporalmente più limitato, per indicare spesso soltanto la continuità, la persistenza di un fatto o di una situazione, anche entro ristretti termini di tempo: tuo padre è s. di malumore] ≈ continuamente, costantemente, sistematicamente. ↔ mai. b. [per indicare la frequenza di qualcosa, spec. con riferimento a fatti che si ripetono in modo da dare l'impressione d'una continuità quasi ininterrotta: hai s. da protestare!; ma se glielo dico s. io!] ≈ continuamente, di continuo, in continuazione, ogni minuto. ↔ di tanto in tanto, raramente, saltuariamente, sporadicamente. c. [per dire che una cosa continua nello stesso modo: hai s. lo stesso impiego?] ≈ ancora.