semplicita
semplicità (ant. simplicità) s. f. [dal lat. simplicĭtas -atis, der. di simplex «semplice1»]. – 1. Qualità di ciò che è semplice: s. di un corpo, di un elemento; se la maggiore e minore velocità possono alterar la semplicità del moto, nessun corpo semplice si muoverà mai di moto semplice (Galilei). 2. Più com. nei varî sign. estens. e fig. dell’agg. semplice; quindi, facilità: un ragionamento di grande s.; problema di una s. incredibile; schiettezza, naturalezza, o modestia, sobrietà: s. di modi, di vita, di costumi; vestire con s.; vivere con grande s.; sala arredata con estrema s.; s. di stile, di linee architettoniche, ecc.; ingenuità, mancanza di malizia: s. d’animo; dabbenaggine: tutti si approfittano della sua s.; udendo alcune cose della semplicità di Calandrino, propose di voler prender diletto de’ fatti suoi col fargli alcuna beffa (Boccaccio); l’astuzia tua, la sciocchezza del mio marito, la semplicità di mia madre e la tristizia del mio confessoro mi hanno condutto a fare quello che mai per me medesima arei fatto (Machiavelli); concr., non com., azione, parole da persona ingenua, sciocchezza: non era più il fanciullo di nove anni, che facea pompa di tutte le semplicità che mi cadevano dalla penna (Goldoni). 3. Principio di s., principio in base al quale si asserisce che fra due possibilità (per es. due ipotesi per una teoria scientifica), a parità di altre condizioni va assegnata maggiore plausibilità a quella che si può formulare nel modo più semplice; il principio consente, almeno in certi casi, di ordinare diversi enunciati in base alla loro probabilità (si noti che la semplicità della formulazione può dipendere anche dal linguaggio usato).