secchio
sécchio s. m. [lat. tardo *sĭclus, class. sĭtŭlus]. – 1. Recipiente di forma troncoconica (con bocca in genere più larga della base), di metallo (per lo più ferro zincato), legno, plastica o altro materiale, con un manico semicircolare fissato diametralmente agli orli, destinato a contenere liquidi o anche ad altri usi: il s. dell’acqua; il s. per il latte; trasportare la pozzolana in un secchio. Per estens., recipiente di forma cilindrica, aperto nella parte superiore e fornito di manico; in partic., s. della spazzatura o delle immondizie, quello fornito di coperchio, talvolta ad apertura automatica azionabile con il piede, in cui si gettano i rifiuti domestici (detto anche pattumiera). Nell’uso di molte regioni il termine è sinon. di secchia, mentre in altre indica un recipiente più grande e adibito a varî usi. 2. Per metonimia, ciò che è contenuto o che può essere contenuto in un secchio: buttare un s. d’acqua sul fuoco per spegnerlo; prendere un s. di concime; spargere un s. di segatura sul pavimento bagnato; per dipingere tutta la parete c’è voluto un s. intero di vernice. 3. Nell’uso fam. e scherz., e buona notte al s., frase (di origine romanesca) con la quale si intende dire che non c’è più niente da fare, o che ci si dà per vinti, si rinuncia, si lascia correre e sim. ◆ Dim. secchièllo (v.), secchiétto, secchiolino, non com. secchino; accr. secchióne (v.); pegg. secchiàccio.