sdrucciolare
v. intr. [prob. lat. *exderoteolare «ruzzolare giù»: v. ruzzolare] (io sdrùcciolo, ecc.; aus. essere, nel sign. 1 e 2 a, avere nel sign. 2 b). – 1. Scivolare, cadendo, o rischiando di cadere, su una superficie molto liscia e levigata o su qualcosa che non offre sufficiente appoggio e presa: hanno dato la cera sul pavimento e c’è il rischio di s.; sono sdrucciolato giù per la discesa; sulla neve gelata si sdrucciola facilmente; il cavallo uscì da una macchia di quercioli nani con la cautela necessaria per non s. sul terreno ancora bagnato (Jovine). Meno com., scivolare velocemente e leggermente su una superficie levigata, pattinare: è un gioco pericoloso s. a cavalcioni sulla ringhiera delle scale; Sì come soglion là vicino al polo, S’avien che ’l verno i fiumi agghiacci e indure, Correr su ’l Ren le villanelle a stuolo Con lunghi strisci e sdrucciolar secure (T. Tasso). Con sign. più generico, scendere quasi scivolando o strisciando oppure più o meno nascostamente: Renzo ... guardava la strada, per cogliere il tempo di sdrucciolar giù [dal carro dei monatti] quatto quatto (Manzoni). Come sinon. meno com. di scivolare, anche con riferimento a cose: ritirò la mano ..., allorché Renzo cercò di farvi s. una parte de’ quattrinelli (Manzoni); guardava lui con le labbra strette e le sdrucciolavano sul viso lagrime silenziose (Fogazzaro). 2. fig., non com. a. Incorrere in qualcosa di non opportuno, di sconveniente: s. nella maldicenza, nella volgarità; come al solito, sono sdrucciolati in un discorso scabroso. b. Sorvolare, non soffermarsi su argomenti delicati e difficili a dirsi o a trattarsi (anche qui, sinon. raro di scivolare): ho preferito s. su certi particolari per non creare imbarazzo tra i presenti.