scrosciare
v. intr. [der. di crosciare, col pref. s- (nel sign. 6)] (io scròscio, ecc.; aus. avere, con valore generalm. durativo, e essere, con valore momentaneo). – 1. a. Riversarsi con violenza, producendo un fragore continuo, riferito a masse d’acqua che cadono dall’alto o scorrono impetuose: la pioggia ha scrosciato per tutta la notte; dal ponte si sentiva s. la cascata; Lo scrosciar dei torrenti, o l’improvviso Stridir del falco (Manzoni); un’ampia ondata risaliva ora il fiume, scrosciando lungo gli argini tormentati (Bacchelli); il fiume era in piena e scrosciava furioso nella pianura (Jovine). b. Per estens. e fig., di atti o eventi che si susseguono o si manifestano con forte rumore, simile o assimilabile a quello dell’acqua che si riversa fragorosamente: nello stesso momento, scrosciò in cielo un forte tuono; si sentivano in lontananza s. le salve d’artiglieria; gli applausi continuavano a s. (e, in tempi composti: a quella frase dell’oratore, sono scrosciati ancora più entusiastici gli applausi); lo infastidivano quelle continue risatine che scrosciavano senza motivo da ogni parte. 2. Con altri sign. estens.: a. Nel linguaggio radiofonico e televisivo, di un microfono o collegamento che producono un rumore forte e fastidioso, come per una scarica. b. In usi ant. o region., scrocchiare, scricchiolare: lo ... scrosciar delle foglie secche che calpestava o moveva camminando (Manzoni); si divertiva a far s. le sue scarpe nuove; un pane fresco e croccante che scroscia sotto i denti. Anche, tosc., del fuoco che divampa scoppiettando: il ciocco ha preso bene, senti come scroscia. ◆ Part. pres. scrosciante, anche come agg.: le acque scroscianti della piena; una pioggia scrosciante, impetuosa, violenta e rumorosa; l’attore fu accolto da scroscianti applausi.