scotismo
s. m. [dal nome del filosofo scozz. G. Duns Scoto (circa 1263/66 - 1308)]. – Il complesso delle dottrine filosofico-teologiche elaborate da G. Duns Scoto e dai suoi seguaci; in partic., la dottrina dell’univocità dell’essere, la dottrina dell’«haecceitas» (v. ecceità), la teoria del carattere eminentemente pratico della teologia, l’affermazione dell’indimostrabilità filosofica di alcune fondamentali proposizioni teologiche, la teoria del primato della volontà sull’intelletto. Alla base dello scotismo c’è il tentativo di fondere insieme le tradizioni filosofiche platonico-agostiniana e aristotelico-tomista e di riformulare in modo nuovo il problema fondamentale della scolastica (rapporto tra ragione e fede); l’impostazione data a quest’ultimo problema, approfondendo la separazione tra scienza e teologia, concorrerà a determinare quella crisi del pensiero medievale che si concluderà poi con Guglielmo di Occam.