scostare
v. tr. e intr. [tratto da discostare, con cambiamento di prefisso] (io scòsto, ecc.). – 1. tr. a. Allontanare una cosa o una persona da ciò cui era più o meno accostata: s. il tavolo; s. il letto dalla parete; assol.: s. la macchina, dal marciapiede o da altro; s. un mobile, dalla parete. b. Nel linguaggio marin., allontanare un’imbarcazione da una nave, da una banchina, dalla riva (sinon. di largare); con la particella pron., allontanarsi dalla riva (in tale senso anche con riferimento ad unità più grandi). c. estens. e fig. Cercare di evitare; sfuggire, schivare: da quando è caduto in disgrazia tutti lo scostano. 2. intr. pron. a. Allontanarsi: durante la malattia del figlio, non s’è mai scostata dal suo letto; assol., farsi più in là, spostarsi per far passare, per lasciare libero più spazio, ecc.: le spiace scostarsi un momento?; se non ti scosti non posso passare. b. fig. Allontanarsi, nel senso di deviare: scostarsi dalla retta via; è uno che non si scosta facilmente dalle sue abitudini; cerchiamo di non scostarci dall’argomento. 3. intr. (aus. avere) Non accostare, essere a una certa distanza da un altro oggetto o da una superficie: l’armadio scosta due o tre centimetri dalla parete; anche assol.: il collo del cappotto scosta troppo. ◆ Part. pres. scostante, anche come agg. con sign. proprio (v. la voce).