scoppola
scòppola (o scòpola) s. f. [prob. der. di coppa2 «parte posteriore della testa e del collo»]. – 1. region. a. Colpo dato a qualcuno con la mano aperta e non del tutto stesa nella parte posteriore della testa: dare una s.; si trova di fronte san Pietro che gli dice ... uno mica può pretendere d’andare in Paradiso dopo averle sparate tanto grosse, ma poi chiude un occhio e lo fa passare con una scoppola affettuosa (G. Berto); e in genere, entrare, far passare, e sim., con una s., senza pagare, o senza effettivo merito (cfr. scappellotto). b. Per estens., forte colpo, botta violenta: è caduto dall’albero e ha battuto una bella scoppola; e con accezione più vicina alla prec.: quella benedetta carabina non so che difetto interno avesse; ma so bene il difetto esterno quale era, di darmi una terribile scopola ogni volta che la sparavo (D’Azeglio). c. In senso fig., grave perdita, danno economico, pesante sconfitta (spec. sportiva), o anche danno fisico per malattia o sim.: ieri sera a poker ho preso una s. che non vi dico; l’incendio del magazzino è stato una brutta s. per la ditta; la polmonite è stata per lui una s. che proprio non ci voleva. d. Berretto senza visiera, aderente al capo. 2. Nel gergo aeronautico, forte sbalzo di un apparecchio determinato da raffica di vento. ◆ Dim. scoppolétta, lo stesso che scoppola nel sign. 1 d: era un bassetto, con una scoppoletta di cencio e un pastrano misero (Pratolini); si era procurato una scoppoletta del tipo gangster americano per difendersi la testa dal freddo (Morante).