scopare
v. tr. [dal lat. tardo scopare, der. di scopae «granata» (v. scopa)] (io scópo, ecc.). – 1. Spazzare con la scopa: s. una stanza, la casa; anche assol.: non buttate niente in terra, ho scopato proprio ora. 2. ant. Colpire, percuotere con una frusta fatta con fusti di scopa, supplizio infamante usato nel Medioevo e nel Rinascimento; per estens., frustare, fustigare in genere: li altri discepoli furo intenti con le coregge ..., e lo scoparo [in altra ediz. e iscoparolo] per tutta la contrada (Novellino); comandolle che più parola né romor facesse se esser non volesse scopata (Boccaccio). 3. volg. Avere un rapporto sessuale con qualcuno: non vuole s. con il primo che capita (spesso con la particella pron. si: l’ha portata a casa sua e se l’è scopata); con uso assol., avere un rapporto sessuale: lei non conosce i ragazzi di oggi … pensano solo a ballare e s. e prendere droga (Dacia Maraini).