scompagnare
v. tr. [der. di accompagnare, per sostituzione del pref. s- (nel sign. 1) a a-1] (per la coniug., v. accompagnare). – 1. ant. o letter. Separare dal proprio compagno, dai compagni: Chi serba in coppia e [= i] can, chi gli scompagna (Poliziano); per estens., separare, staccare, dividere: io non posso s. quel che si pensa da quel che si fa (Rovani). Più com. nell’intr. pron. scompagnarsi, separarsi dal proprio compagno, dai compagni: Proruppe Achille in un sùbito pianto, E da’ suoi scompagnato in su la riva Del grigio mar s’assise (V. Monti); per estens., dividersi, staccarsi: Dal cor l’anima stanca si scompagna Per gir nel paradiso suo terreno (Petrarca); e con valore reciproco (o, forse, passivo): la natura, almeno quella degli uomini, porta che vita e infelicità non si possono scompagnare (Leopardi). 2. Rendere incompleto un gruppo di oggetti che formano funzionalmente un paio o un complesso unitario: s. un paio di guanti, di calze; si è rotto un piatto, e così ho scompagnato il servizio. ◆ Part. pass. scompagnato, anche come agg., letter., solo, senza compagni, o separato dai compagni: a ogni passo, l’oste incontrava o passeggieri scompagnati, o coppie, o brigate di gente (Manzoni); diviso, separato, disgiunto: dovendo ... lo scopo delle lettere essere il diletto bensì, ma non mai scompagnato dall’utile (Alfieri); nell’uso com., spaiato, incompleto: un paio di guanti scompagnato; un servizio di posate scompagnato.