scoliosi
scoliòṡi s. f. [dal gr. tardo σκολίωσις «incurvamento», der. di σκολιός «curvo»]. – In medicina, deviazione laterale della colonna vertebrale (per lo più con rotazione sull’asse longitudinale delle vertebre), a carattere permanente (s. strutturale), non correggibile volontariamente; si distinguono: s. congenite, da mancanza o da alterato sviluppo di una metà laterale di una vertebra; s. osteogenetiche, da alterazioni localizzate asimmetricamente a una o più vertebre; s. artrogeniche, da sofferenze articolari, come si osservano nelle spondiloartrosi; s. da alterazioni neuromuscolari, per lo più poliomielitiche, che portano alla rottura dell’equilibrio dei muscoli del dorso; s. da squilibrio statico, dovute di solito a differente lunghezza degli arti inferiori; s. degli adolescenti o idiopatiche, in soggetti astenici e gracili, legate ad alterazioni di sviluppo, a un insufficiente sviluppo muscolare, probabilmente anche a disendocrinie.