scodella
scodèlla s. f. [lat. scutĕlla, dim. di scutra «piatto, vassoio di legno»]. – 1. a. Piatto fondo in cui si serve e si mangia a tavola la minestra, o altro cibo, spec. liquido o semiliquido: una s. di ceramica, di porcellana, di terraglia, di metallo; devo ancora mettere a tavola le s.; il servizio che mi hanno regalato ha 12 piatti piani e 6 s.; sul tavolo di cucina trovai la cena nel piatto ricoperto dalla scodella (Pratolini). b. estens. La quantità di cibo che può essere contenuta in una scodella: ha mangiato due s. di minestrone; è avanzata mezza s. di pasta e fagioli; fam., non com., fare le s., versare la minestra o altro cibo dalla pentola o dalla zuppiera nelle scodelle. 2. a. Tazza piuttosto capace, a forma di coppa e senza manico; ciotola; per estens., quanto può essere contenuto in tale recipiente: ha bevuto una s. di latte. b. Nome generico di recipienti concavi e senza manici, di dimensioni e materiali varî, adibiti a usi diversi. c. Elemento decorativo di origine araba, ripreso anche nell’architettura romanica, costituito da un disco incavato di ceramica, vivacemente colorato, inserito in una parete di mattoni. 3. Locuzioni: a. A scodella, in forma di scodella: doline a s., nella morfologia carsica, quelle cavità del terreno che sono generalmente più larghe che profonde. b. Fare scodella con le mani, tenerle accostate e ripiegate, così da poterle usare come recipiente per tenere qualcosa. 4. In geometria, scodella di Galileo, solido geometrico ottenuto togliendo una semisfera dal cilindro ad essa circoscritto; la considerazione della scodella di Galileo, in realtà dovuta al matematico L. Valerio (1552-1618) è utile per determinare il volume della sfera. ◆ Dim. scodellétta (v.), scodellina (v.), e scodellino m. (v.); spreg. scodellùccia; accr. scodellóna, e scodellóne m.; pegg. scodellàccia.