schiso
schiṡo agg. e s. m. [der. di schisare], tosc. – 1. Obliquo, sghembo; frequente, come sost., nella locuz. avv. di s., da una parte, spec. nel gioco del biliardo: colpire, tirare di s., lateralmente, sfiorando appena la palla avversaria (v. schisare). 2. s. m. a. non com. Differenza di quota, inclinazione, superficie inclinata: lo spazio BCI si riempirà di terra bonissima ... avvertendo di non alzar punto dalla parte B, ma di lasciare lo s. pendente secondo la linea IB (Galilei). b. Quello che rimane di un numero o di una quantità numerica, che rappresenta denari o cose, dopo aver effettuato operazioni di divisione o di sottrazione, di riduzione ai minimi termini; quindi, in genere, minimo resto, differenza che può essere, talora, trascurata: lo s. non lo calcolo proprio; gli s. te li puoi tenere per te; tremila lire e dello s., è tutto quello che c’è restato, siamo alla rovina (Pratolini); cfr. l’uso analogo, e più com., di spiccioli. Anche fig., nella locuz., ormai rara, non c’è schisi, senza schisi, senza dubbio.