scellerato
(ant. scelerato) agg. [dal lat. sceleratus, part. pass. di scelerare «macchiare con un delitto» (der. di scelus scelĕris «delitto nefando, misfatto»)]. – 1. Di persona, che ha commesso ed è capace di commettere azioni atroci, atti malvagi, criminosi: un uomo sc.; una madre sc.; quell’è l’anima antica Di Mirra scellerata (Dante); anche s. m. (f. -a): è uno sc., capace di ogni bassezza; è sempre stata una sc.; una banda di scellerati. 2. Di atto, pensiero, comportamento, che procede da animo malvagio o si prefigge un fine criminoso: una voglia sc., propositi sc., uno sc. disegno; fare una vita sc.; pentirsi delle proprie sc. imprese; don Rodrigo provò una scellerata allegrezza di quella separazione, e sentì rinascere un po’ di quella scellerata speranza d’arrivare al suo intento (Manzoni); per estens., riferito a oggetti materiali: rompersi il collo per una via scellerata, al buio, sotto una pioggia furiosa (Pirandello); più spesso, di mezzo che serve o è servito ad azioni delittuose: Oh nato da le dure Selci chiunque togliere Da scellerata scure Osò quel nome (Parini), il nome cioè della ghigliottina, con il quale si designò alla fine del Settecento una nuova moda femminile di vestire. ◆ Avv. scellerataménte, in modo scellerato, con scelleratezza: agire, comportarsi scelleratamente.