scarnitura
s. f. [der. di scarnire]. – 1. L’operazione dello scarnire, dello scarnificare, cioè del liberare dalla carne che è intorno alle ossa, alle unghie, ecc. In etnologia, è un’usanza funeraria praticata da numerosi popoli, avente in genere lo scopo di rendere le ossa del defunto idonee alla conservazione: normalmente preceduta da un’altra forma di trattamento del cadavere (esposizione, immersione, inumazione, ecc.), può essere diretta (a opera dell’uomo) o mediata (a opera di formiche, pesci, ecc.). 2. Nella manifattura della pergamena, s. della pelle, operazione eseguita dopo la depilazione e, per alcuni tipi di pelle (per es. quella di agnello), ripetuta dopo l’asciugamento effettuato mantenendo la pelle tesa. In legatoria, in partic. nel procedimento artigianale di legatura, la scarnitura è eseguita manualmente, con il coltello e il pialletto, o meccanicamente – sulla pelle di notevole spessore – per assottigliare, pareggiare, ammorbidire il materiale, soprattutto in corrispondenza dei rimbocchi e del dorso.