scarico1
scàrico1 (poet. scarco) agg. [der. di carico1, col pref. s- (nel sign. 1)] (pl. m. -chi). – 1. Privo del carico, in quanto non è stato ancora caricato o è stato già scaricato: autocarro s.; nave ormai s.; l’autotreno ha fatto il viaggio di ritorno s.; il pullman è tornato indietro s., senza viaggiatori a bordo; il bacino idroelettrico, per la siccità, è quasi s.; la macchina ha il serbatoio scarico. 2. a. Libero, vuoto: ognun s’arretra, ... a te lasciando Libero e scarco il più beato seggio (Parini); poet., del cielo, limpido, non offuscato da nubi: Né così bello il sol già mai levarsi Quando ’l ciel fosse più de nebbia scarco ... vidi (Petrarca); anche assol.: E vider là ’ve ’l cielo era più scarco E più tranquillo, una dorata nube (Caro). b. In senso fig., sgombro, libero, scevro e sim.: mente s. di pensieri, di preoccupazioni; avere l’animo s. di rimorsi, di rimpianti; se ora non del tutto lieto almeno in parte scarico de la amaritudini dir mi posso (Sannazzaro); anche assol.: animo, cuore s., tranquillo, sereno. Per la locuz. capo s., v. caposcarico. 3. Senza carica, perché non caricato o perché scaricatosi, detto di armi, di congegni a molla, accumulatori elettrici, ecc.: rivoltella s.; fucile s.; l’orologio è s.; la batteria è s. e il motore non si mette in moto (e, fig., avere le batterie s., essere privo di energie). 4. fig. Che si sente a terra, fisicamente o moralmente: oggi mi sento s.; dopo un’ora di corsa mi sento già scarico.