scapolare3
scapolare3 v. intr. e tr. [lat. pop. *excapulare «liberarsi dal cappio», der. di capŭlus «cappio» col pref. ex-] (io scàpolo, ecc.; come intr., aus. avere). – 1. Riuscire a scampare da un pericolo, da una situazione difficile o rischiosa, a evitare un possibile danno: l’esame è stato difficile, e ho scapolato a stento da una bocciatura; stavamo per urtare contro uno scoglio, ma per fortuna abbiamo scapolato. Comunem. si usa con il pronome indeterminato la (cfr. l’uso analogo di scampare): per questa volta l’abbiamo scapolata, o l’abbiamo scapolata bella, più raro ce la siamo scapolata; voi, mugnaia, siete sul libro nero: una volta la scapolaste, la seconda foste perdonata, alla terza pagherete per tutt’e tre (Bacchelli); anche, scapolarla a buon mercato, cavarsela con poco danno: aggiunse molti altri gesti di sommo piacere per averla scapolata così a buon mercato (I. Nievo). 2. Con uso trans., nel linguaggio marin. (per un’interpretazione in senso attivo del sign. etimologico), liberare un oggetto (àncora, catena, cavo, ecc.) da un ostacolo che ne impedisce il libero movimento.