scapigliatura
s. f. [der. di scapigliato]. – 1. Il vivere e comportarsi in modo scapigliato, cioè improntato a un’estrema libertà individuale e al rifiuto di qualsiasi norma e convenzione. 2. Movimento letterario, e in parte anche artistico, sorto in Lombardia e in Piemonte nella seconda metà del sec. 19°, caratterizzato da un programmatico rifiuto della tradizione e delle regole: i suoi rappresentanti (fra i maggiori G. Rovani, C. Pisani-Dossi, I. U. Tarchetti, E. Praga, A. e C. Boito, G. Camerana) si proponevano come fine principale della propria arte una estrema originalità e un’eccentricità che ritenevano ricca di fermenti rivoluzionarî, anche se talvolta cadevano poi in quello stesso accademismo e in quella retorica che andavano combattendo nelle varie manifestazioni della vita politica, letteraria e artistica. Per estens., qualsiasi movimento letterario o artistico caratterizzato da anticonformismo e ribellione nei confronti della tradizione.