sbuzzare
sbużżare v. tr. e intr. [der. di buzzo2, col pref. s- (nel sign. 4)], tosc. – 1. tr. a. Sventrare un animale per toglierne le interiora: s. un pollo, s. i cefali. b. Per estens., nell’uso pop., sbudellare una persona, ferirla gravemente al ventre con un’arma da taglio. c. fig. Con riferimento a oggetti, aprire l’involucro, il rivestimento che li contiene rompendo o tagliando: s. un materasso. 2. intr. (non usato nei tempi comp.) Schizzare fuori con forza, con uso iperb. e fig., soprattutto nelle frasi: la rabbia gli sbuzzava dagli occhi, e gli occhi gli sbuzzavano dal viso (per la meraviglia, per l’ira, ecc.).