sbuffare
v. intr. e tr. [voce onomatopeica, come buffare, di cui può essere un derivato, col pref. s- (nel sign. 6)]. – 1. intr. (aus. avere) a. Emettere con forza l’aria dalle froge, con riferimento a cavalli. Per estens., con riferimento a persone, espirare con forza l’aria gonfiando le gote e tenendo la bocca socchiusa, in seguito a uno sforzo fisico oppure per manifestare insofferenza, impazienza, noia, sdegno: arrivò sbuffando in cima alla salita; non la finiva più di parlare, e tutti cominciavano a sbuffare; e va e viene, e gira, e ride, rovesciando la testa indietro, e sbuffa, e grida (Manlio Cancogni). b. Gettare sbuffi di fumo o di vapore, detto di caldaie, locomotive e sim.: il treno andava via sbuffando e rumoreggiando (Capuana). 2. tr., non com. Emettere dalla bocca, o più genericam. gettare fuori, sbuffi: s. il fumo della pipa; non sbuffarmi il fumo negli occhi!; la locomotiva sbuffava un fumo denso e scuro. ◆ Part. pres. sbuffante, in genere con valore verbale: si fermò sbuffante per lo sforzo; il treno arrivò sbuffante in stazione.