sbilanciare
v. tr. e intr. [der. di bilanciare, col pref. s- (nel sign. 1)] (io sbilàncio, ecc.). – 1. tr. a. Far perdere l’equilibrio facendo pendere da una parte, rendere non equilibrato: quei pacchi sbilanciano il carico del motociclo. b. In senso fig., mettere in uno stato di difficoltà o di crisi, provocare uno squilibrio, con riferimento a fatti nuovi che costringono a rivedere i proprî progetti, a spese impreviste o più gravose del previsto, ecc.: stava attaccando al centro ma la controffensiva dell’avversario sull’ala lo ha sbilanciato; l’acquisto della casa ci ha un po’ sbilanciati; le continue spese per i figli minacciano di s. l’economia familiare. c. Nel rifl., parlare o agire senza prudenza, in modo da impegnarsi oltre i proprî desiderî o interessi, o da promettere più di quanto sia opportuno: ho chiesto com’era andato l’esame, ma il professore non s’è voluto s.; il ministro, nel suo discorso, si è sbilanciato troppo; cerca di concludere l’affare, ma non ti sbilanciare sul prezzo. 2. intr. (aus. avere) Gravare più da una parte che dall’altra, non essere ben equilibrato: il carico sbilancia a sinistra. ◆ Part. pass. sbilanciato, anche come agg., spec. nei sign. proprî del verbo: essere, trovarsi sbilanciato, in situazione o posizione di scarso equilibrio statico: lo scossone dell’autobus mi trovò sbilanciato e caddi malamente; il peso del carico è sbilanciato.