sbigottire
v. tr. e intr. [prob. dal provenz. ant. esbair, fr. ant. esbahir] (io sbigottisco, tu sbigottisci, ecc.). – 1. tr. Turbare profondamente in modo da lasciare attonito, spec. con riferimento a notizie o fatti improvvisi che spaventano o preoccupano, e insieme arrecano grande sorpresa: la falsa notizia di un imminente attacco di missili intercontinentali sbigottì gran parte degli ascoltatori; l’annuncio del nuovo delitto politico sbigottì tutto il Paese; le cose nuove e sùbite sbigottiscono gli eserciti (Machiavelli). 2. intr. (aus. essere) Restare gravemente turbato, attonito, perdersi d’animo, per paura, terrore o stupore: Tu, perch’io m’adiri, Non sbigottir, ch’io vincerò la prova (Dante); la donna, senza s. punto, con voce assai piacevole rispose (Boccaccio); anche con la particella pron.: vedendo tutta quella gente il bambino si sbigottì; sendo uno principe che ... sia uomo di core, né si sbigottisca nelle avversità (Machiavelli). ◆ Part. pass. sbigottito, anche come agg. (v. la voce).