satrapetto
s. m. (iron.) Chi tenta di esercitare con arroganza il piccolo potere di cui si sente investito. ◆ «Quando guardo Porta a Porta mi pare di vedere una riunione al Palatino ai tempi di Caligola. Satrapetti e leccastivali. La politica romana dà un’assoluta idea di decadenza» [Giorgio Bocca intervistato da Alain Elkann]. (Stampa, 1° febbraio 1998, p. 16, Interno) • Il Deluso dell’Ulivo […] conta i giorni che mancano al ritorno da Bruxelles dell’Uomo della Provvidenza, perché lui sì (Romano Prodi) era dotato di un giusto disprezzo etico per il Cavaliere Nero e anche per questo i satrapetti della sua parte l’hanno fatto fuori. (Mario Ajello, Messaggero, 4 febbraio 2002, p. 3, Primo piano).
Derivato dal s. m. satrapo con l’aggiunta del suffisso -etto.
Già attestato nel Foglio del 23 marzo 1996, p. 1, Prima pagina.