sassifraga
sassìfraga (ant. sassifràgia) s. f. [dal lat. saxifrăga (herba), femm. dell’agg. saxifrăgus (comp. di saxum «sasso» e tema di frangĕre «rompere») «che rompe i sassi», nome dato dai Romani a una felce, il capelvenere, a cui si attribuiva la virtù di frantumare i calcoli renali]. – Genere di piante sassifragacee (lat. scient. Saxifraga), con circa 350 specie dell’emisfero settentr., soprattutto delle regioni temperate alpine e subartiche, di cui più di 50 in Italia, oltre a parecchi ibridi: sono erbe per lo più perenni e montane, con foglie tutte o quasi tutte in rosetta, spesso carnose, e fiori di norma in grappoli o infiorescenze cimose, a petali bianchi, gialli o rossi; varie specie si coltivano nei giardini, particolarmente nei paesi temperato-freddi. È anche nome comune di alcune specie del genere bergenia.