sarto
s. m. [lat. tardo sartor (-ōris), der. di sartus, part. pass. di sarcire «rappezzare, accomodare»; cfr. sartore] (per l’uso del femm., v. sarta). – 1. a. Chi confeziona, cioè taglia e cuce, abiti maschili o femminili, lavorando in proprio come artigiano o anche, come lavorante esperto, alle dipendenze di altri: fare il s.; s. da uomo, da donna; forbici, ferro (per stirare) da sarto; pietra per sarti, il gessetto usato dai sarti per segnare la stoffa. b. Chi dirige una grande sartoria, soprattutto per abiti femminili, e cura personalmente la creazione e presentazione dei modelli, sorvegliando e guidando il lavoro di esecuzione affidato a lavoranti e apprendiste (oggi detto più com. creatore di moda, stilista): l’affermazione dei s. italiani; le ultime creazioni dei s. francesi. 2. In zoologia, uccello sarto (o cucitore), nome delle diverse specie di muscicapidi, appartenenti al genere Orthotomus (v. ortotomo), che vivono prevalentemente nelle dense boscaglie dell’Africa e dell’Asia sud-orientale cibandosi d’insetti; hanno piccola statura, becco corto e leggermente appiattito, e sono così chiamati perché costruiscono il nido in una foglia a cui danno forma di imbuto, piegando e forando con il becco i margini, che poi uniscono con fili. ◆ Dim. sartino; spreg. sartùccio e sartùcolo, tutti usati esclusivam. nel primo significato.