saponaria
saponària s. f. [der. del lat. sapo -onis «sapone»]. – 1. Genere di piante cariofillacee (lat. scient. Saponaria), con una trentina di specie dell’Europa e Asia, a cui appartiene, tra le altre, un’erba rizomatosa, Saponaria officinalis, detta anch’essa saponaria o s. rossa, frequente anche in Italia, alta una cinquantina di centimetri, con foglie lanceolate, glabre, e fiori bianchi o rosei, odorosi, riuniti in fascetti; tutta la pianta, ma particolarmente la radice, detta radice di s. o radice (o anche ràdica) saponaria o semplicem. radice, contiene saponina, ed è usata per lavare stoffe e sgrassare lane, nonché come depurativo in farmacia. 2. S. bianca, nome commerciale delle radici di due piante tra loro simili (Gypsophila paniculata e Gypsophila arrostii, detta anche erba lanaria), che si presentano biancastre esternamente e si adoperano per lavare le lane; sono dette anche, con riferimento alle piante che le producono, s. d’Oriente, d’Egitto, levantina. 3. S. di Levante, pianta perenne della Russia merid. e Siberia (Lychnis chalcedonica), detta anche licnide di Costantinopoli, coltivata nei giardini per la bella fioritura: alta circa 1/2 m, ha fiori scarlatti, più di rado rosei o bianchi, in infiorescenze compatte; in Siberia la radice, che contiene saponina, si usa per lavare. 4. S. indiana, altro nome delle piante più note col nome di sapindo.