rugby
〈rḁ′ġbi〉 s. ingl. [dal nome della città ingl. di Rugby, dove questo gioco fu ideato e attuato nel 1823], usato in ital. al masch. – Tipo di gioco del pallone a squadre, detto in ital. palla ovale (o pallovale), sorto come sport studentesco in Inghilterra nella prima metà dell’Ottocento e diffusosi internazionalmente tra la fine del secolo e il primo Novecento. All’interno di alcune modalità e norme comuni si distinguono attualmente tre varianti: il r. americano, il r. (a) tredici e il r. (a) quindici, con squadre formate rispettivamente da 11, 13 e 15 giocatori. Il rugby a quindici è quello che si gioca in Italia e si svolge su un terreno rettangolare, possibilmente erboso (ma anche di argilla o di sabbia), portando o passando con le mani (ma solo all’indietro) o calciando il pallone (ovale perché più adatto di quello sferico a essere giocato con le mani); i punti si realizzano effettuando un «toccato a terra» nell’area di meta avversaria o calciando il pallone al di sopra della sbarra trasversale e fra i pali della porta avversaria: una meta vale 4 punti, una porta segnata a seguito di una meta («trasformazione») 2 punti, una porta segnata su calcio di punizione oppure su calcio di rimbalzo 3 punti (v. fig. a p. 696).