rubrica
rubrìca (meno corretto rùbrica) s. f. [dal lat. rubrīca «ocra rossa», der. di ruber «rosso»]. – 1. a. Nell’arte libraria antica, la terra rossa usata per tingere l’asticella centrale del volume (umbilicus), la custodia di esso e l’index, cioè la strisciolina di pergamena pendente dal rotolo papiraceo e contenente il nome dell’autore e il titolo, e inoltre per scrivere le prime lettere, il titolo dei capitoli, le segnature e i richiami. Tale uso, continuato nei libri a stampa, è ora limitato ai libri liturgici. b. Nei codici manoscritti, la lettera iniziale di ogni capitolo, o l’intitolazione di un testo o di una delle sue parti, la didascalia dei capitoli o dei paragrafi, in quanto messe in evidenza con l’impiego di inchiostro rosso (con il passare del tempo, oltre al rosso sono stati adoperati altri inchiostri, diversamente colorati), uso protrattosi fin nei primi libri a stampa; anche, il prospetto (detto più propriam. rubricario, o tavola) che, al principio o alla fine del volume, riunisce i titoli dei singoli capitoli, o delle singole opere in esso contenute, con funzioni analoghe al moderno indice. Nelle antiche raccolte di novelle, il breve riassunto premesso a ogni novella: le r. del «Decameron». c. In diritto romano, la disposizione di legge civile, così chiamata perché il titolo della legge era scritto usando la terra rossa (in contrapposizione all’editto del pretore, scritto su tavola bianca, o album). d. Nella liturgia cristiana latina, ognuna delle norme rituali dei libri liturgici che regolano la celebrazione e l’ordinato svolgimento degli atti sacri, così chiamate dal sec. 14° perché scritte in rosso per distinguerle dalle formule proprie di ogni rito. 2. a. Sezione di una pubblicazione periodica o di un programma radiotelevisivo dedicata a uno stesso argomento o settore particolare d’informazione: la r. teatrale di un quotidiano, la r. mondana di un settimanale di attualità, la r. economica di una rivista internazionale; una nuova r. radiofonica letteraria, una r. televisiva di scienza e tecnica. b. Nel linguaggio amministr., ognuna delle sottoclassi dei titoli nelle quali vengono ripartite le entrate e le uscite finanziarie in un bilancio di previsione: nei bilanci dello stato, delle regioni e degli enti locali, le varie categorie sono distinte in rubriche secondo gli organi che devono accertare l’entrata o amministrare la spesa. c. Nell’uso contabile, l’elenco in ordine alfabetico o numerico dei conti di un libro mastro o di un partitario. d. Nel processo penale, r. di un reato, descrizione sommaria del fatto attribuito all’imputato e sua qualificazione giuridica con l’indicazione degli articoli di legge che lo prevedono. 3. Quaderno, taccuino, libretto o registro con il margine laterale scalettato e contraddistinto con le lettere dell’alfabeto, applicate o stampate in ordine progressivo nella scalettatura, usato per annotarvi nomi e dati varî: scrivere, segnare in una r. i nomi e gli indirizzi dei clienti, delle ditte fornitrici; tenere accanto al telefono una piccola r. dei numeri telefonici degli amici. ◆ Dim. rubrichétta, rubrica di piccolo formato, come quaderno o taccuino scalettato in ordine alfabetico: rubrichetta telefonica. Col dim. latineggiante rubricèlla si indica, in archivistica, l’indice sistematico dei documenti contenuti in un volume o in un registro secondo l’ordine in cui essi si susseguono.