romitiano
agg. Relativo a Cesare Romiti, già amministratore delegato della Fiat, poi presidente della Rcs. ◆ Lo scontro con Vittorio Ghidella, circa dieci anni or sono, fu (a parte i contrasti di tipo personale) sulla base di questa impostazione finanziaria romitiana, che in breve tempo si rivelò poi negativa, a causa del calo delle quote del mercato dell’auto, dovuto alla insufficienza di nuovi modelli. (Foglio, 24 gennaio 1998, p. 3) • Un paio di mesi fa correva voce di un suo [di Giorgio Fossa] ingresso nella galassia romitiana di Hdp dopo la conclusione del mandato confindustriale (Salvatore Tropea, Repubblica, 15 febbraio 1999, p. 22, Economia) • Calato nei panni del banchiere centrale [Tommaso] Padoa Schioppa rifiuta la teoria romitiana dell’inevitabile contrapposizione tra rigore e sviluppo, ricordando che «ci sono Paesi nell’Unione, come l’Irlanda e l’Olanda, che hanno saputo costruire crescite importanti senza abbassare la guardia per il rispetto dei vincoli di bilancio». (Flavia Podestà, Stampa, 21 maggio 2001, p. 4, Interno).
Derivato dal nome proprio (Cesare) Romiti con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.
Già attestato nella Repubblica del 17 gennaio 1985, p. 7 (Giampaolo Pansa).