ritenzione
ritenzióne (ant. retenzióne) s. f. [dal lat. retentio -onis, der. di retinere «ritenere», part. pass. retentus]. – 1. L’azione di ritenere, il fatto di venire ritenuto, nel sign. di trattenere, mantenere o conservare, solo in alcuni usi scient. e tecn.: a. In medicina, mancata o ritardata eliminazione, da parte di un organismo o di un suo apparato, di materiale normalmente destinato a essere espulso: r. idrica; r. delle urine, impossibilitato o gravemente ostacolato svuotamento della vescica, che può osservarsi in numerose condizioni morbose che coinvolgono, direttamente o indirettamente, le vie urinarie, oppure in alcune malattie neurologiche o psichiche. Con altra accezione, mancata discesa o fuoriuscita di un organo o di una parte dell’organismo, rispetto al normale processo: r. dei testicoli, la loro mancata discesa nelle borse; r. della placenta, dovuta a mancato distacco placentare, inerzia uterina, ecc. b. In diritto privato, diritto di r. (lat. ius retentionis), il diritto del possessore di conservare, in determinati casi stabiliti dalla legge, il possesso della cosa, di fronte al proprietario che ne chiede la restituzione, finché non siano state rimborsate le spese sostenute per conservarla o migliorarla, o finché non sia stata fornita la garanzia per il pagamento di un debito. 2. ant. Il fatto di trattenere o di essere trattenuto in arresto: A sua retenzion libero vegna (T. Tasso).