risveglio
risvéglio s. m. [der. di risvegliare]. – Il fatto di risvegliarsi, di essersi risvegliato. 1. In senso proprio, come passaggio dal sonno alla veglia: l’urlo delle sirene provocò il suo improvviso r.; avere un r. brusco, un dolce r.; il momento del r., e assol., risveglio, sottolineando il momento in cui avviene: al suo r. non ricordava più nulla della sera precedente; subito dopo il r. dall’anestesia fu riportato in corsia. 2. In senso fig.: a. Il riscuotersi e riprendersi da uno stato di letargo o torpore, di inerzia o abbandono, di passività o inattività: il r. della primavera, della natura, dopo la fase invernale; in botanica, r. vegetativo, sinon. di ripresa vegetativa (v. ripresa, n. 2); il r. di un popolo dal suo secolare abbattimento; l’improvviso r. (dell’attività) di un vulcano; un brusco, doloroso r. dai sogni, dalle illusioni. In partic., nella storiografia religiosa, risveglio è il nome usato (analogam. al fr. réveil e all’ingl. revival; v. anche revivalismo) per indicare i movimenti mistici e anche profetici, soprattutto protestanti, dei sec. 18° e 19°. b. Il fatto di riprendere forza, di ravvivarsi, detto di desiderî e voglie, passioni e sentimenti: r. dell’appetito, della sete; r. della passione, della gelosia, di un odio sopito; r. della coscienza pubblica; di attività, il riprendere vigore, intensità: r. del fervore religioso, delle arti, delle scienze, degli studî, dell’industria, del commercio; r. dell’interesse intorno a un autore, a una questione.