risanamento
risanaménto s. m. [der. di risanare]. – L’azione e l’operazione di risanare, il fatto di venire risanato. Raro nel senso proprio di guarigione (è stato un r. quasi miracoloso, nessuno ci sperava), è com. nei varî usi e sign. estens. e fig.: r. del bilancio dello stato, r. finanziario di un’azienda in crisi; il r. dell’agricoltura, in un paese, in una regione; r. sociale di una zona, di un quartiere; r. morale di un ambiente corrotto. In partic.: 1. a. L’operazione di bonificare luoghi malsani, per migliorarne le condizioni ecologiche, l’abitabilità, e renderne più agevole lo sfruttamento: r. di una zona paludosa e malarica, di un territorio inquinato da scarichi industriali. b. In urbanistica e in edilizia, l’operazione di migliorare le condizioni di abitabilità e di funzionalità di centri o settori abitativi, edifici o singole strutture, eliminando gli elementi e i fattori negativi attraverso interventi di consolidamento statico, di restauro architettonico, di ristrutturazione o di demolizione e ricostruzione degli edifici interessati: r. di un quartiere, di una borgata, di un’area urbana; r. (conservativo) dei centri storici; r. di un complesso di edifici, di una casa; r. di strutture, e r. delle fondazioni, delle murature, dei solai, del tetto, ecc., attuato soprattutto per rafforzarli e per eliminare l’umidità. 2. In economia, r. bancario, economico, finanziario, processo naturale o, più frequentemente, insieme di provvedimenti miranti, rispettivamente, a ridare liquidità ed efficienza al sistema creditizio, a permettere la ripresa economica, a equilibrare il bilancio. 3. Nella tecnologia, bonifica, miglioramento dello stato di un prodotto (latte, ecc.) o di un manufatto. In partic., r. di una botte, l’operazione o l’insieme di operazioni con le quali si mira a togliere da botti non nuove odori e sapori che potrebbero degradare il vino (odore di muffa, sapore di aceto, ecc.).