risaltare
v. intr. e tr. [comp. di ri- e saltare]. – 1. a. Saltare di nuovo, con uso sia intr. (aus. avere): ha fallito il primo salto con l’asta, e ora si prepara a r.; sia trans.: r. il fosso, lo steccato. b. intr. (aus. essere) Saltare nel luogo, nel posto da cui si era scesi: risaltarono a cavallo e s’allontanarono al galoppo. In senso fig., r. fuori, di cose o persone che s’erano perdute e che si ritrovano o si rivedono inaspettatamente: di dove è risaltata fuori quella vecchia giacca a vento?; guarda, dopo tanto tempo è risaltato fuori! dove s’era cacciato? 2. intr. (aus. essere o avere, ma i tempi composti sono poco usati) Sporgere da una superficie, aggettare; spec. di sculture, fregi, cornici, modanature: le figure risaltano sul fondo del bassorilievo; i larghi davanzali delle finestre risaltavano sul piano della facciata. Per estens., fare spicco, distinguersi vivamente, di figure dipinte, colori, ecc.: nella parte destra del quadro risalta la figura del committente; la camicia chiara risaltava sul vestito scuro; meno com., di suoni: l’accompagnamento in sordina faceva r. la purezza della melodia. In usi fig., di persone che si distinguono per alcune qualità particolari (soprattutto per qualità positive): risalta fra i colleghi per il suo spirito; r. per bontà, per coraggio, per ricchezza, per la solida preparazione; con soggetto astratto: la giustezza, l’assurdità del tuo ragionamento risalta evidente. Frequente la locuz. far r., porre in chiara luce, in forte evidenza: è molto abile a far r. i proprî meriti; ha fatto giustamente r. la circostanza che ..., ha posto in rilievo chiarendone l’importanza.