ripudiare
(meno com. repudiare) v. tr. [dal lat. repudiare, der. di repudium «ripudio»] (io ripùdio, ecc.). – 1. Respingere una persona che abbia con noi un legame sociale o affettivo, non volendo più riconoscere come giuridicamente o sentimentalmente valido tale legame: r. la moglie, il marito (v. ripudio); r. un fratello, un amico, un compagno di lotta politica. 2. Rifiutare, non riconoscere più come proprio qualcosa che pur è nostro (o lo era fino a quel momento): r. uno scritto, un libro, dichiarare di non volerlo riconoscere come propria opera; r. la propria paternità, la propria nazionalità; r. le proprie opinioni, i proprî principî, la propria fede. Per estens., con valore più generico, respingere decisamente: Galileo ripudiò il principio d’autorità; dobbiamo r. ogni forma di tirannide; nel linguaggio ascetico: r. il mondo, rinnegarlo.