ripartizione
ripartizióne s. f. [der. di ripartire1]. – 1. L’azione e l’operazione di ripartire, il fatto di venire ripartito e il modo in cui si effettua, come suddivisione e distribuzione di un tutto in determinate parti, secondo particolari criterî: r. di una somma; r. di un’eredità tra gli aventi diritto; r. dei tributi, del carico fiscale, tra i contribuenti; r. o distribuzione del reddito, in economia, e r. dei rischi, diversificazione degli investimenti attuata per evitare la concentrazione di eventuali forti perdite (r. tra più compagnie di un forte rischio, nelle assicurazioni); r. degli utili; r. di compiti, di funzioni, di incarichi; r. del carico o dei carichi, su veicoli, fondamenta e strutture portanti; una r. equa, equilibrata, giusta o non equilibrata, ingiusta. Usi e sign. tecn. e scient. specifici: a. Nelle amministrazioni pubbliche, e in partic. in quelle comunali, ognuno dei settori di attività nei quali è suddivisa, per specificità di competenze e di funzioni, un’amministrazione: r. economato, r. strade; la r. igiene e sanità del Comune di Roma. b. In telefonia, nella commutazione automatica, l’insieme dei collegamenti delle linee o degli organi sulle uscite degli stadî di selezione, e la conseguente disposizione delle linee e degli organi: r. progressiva o omogenea, a seconda che la ricerca delle uscite venga operata in successione ordinata oppure casualmente. c. In chimica fisica, legge di r., la legge secondo la quale il generico componente di un sistema eterogeneo costituito da due fasi a contatto (per es. da due liquidi non miscibili, che formano quindi due strati sovrapposti), si distribuisce tra le due fasi secondo un rapporto costante di concentrazioni (detto coefficiente di ripartizione). d. In matematica elementare, la divisione di una grandezza in un numero finito di parti, secondo una ben determinata legge: r. proporzionale (semplice) di un numero a proporzionalmente a più numeri dati è la determinazione di numeri che abbiano per somma a e siano proporzionali ai numeri dati. e. In statistica linguistica, il modo più o meno uniforme con cui una parola, presente con frequenza x in un insieme di testi analizzati, si distribuisce nei varî testi o sottoinsiemi che costituiscono il corpo: è di solito espressa da un numero, detto indice di r., corrispondente al numero dei testi o sottoinsiemi in cui la parola è presente: l’uniformità della r. è massima quando la parola ricorre in tutti i testi o sottoinsiemi, è minima quando si trova usata in uno solo di essi (v. anche dispersione, nel sign. 3 b). 2. Ciascuna delle parti divise o distribuite: controllare le r. di un’eredità; definire le r. di una zona da vigilare. In araldica, ripartizioni, le partizioni composte e formate da due o più linee (per es., gli interrati e gli inquartati).