rintuzzare /rintu'ts:are/ v. tr. [prob. der. (come il napol. tuzzare "cozzare") del lat. tundĕre "battere, pestare", coi pref. r(i)- e in-¹]. - 1. (non com.) [ribattere la punta, il taglio di qualcosa, rendendoli ottusi: r. un chiodo che sporge, il filo di una spada] ≈ ottundere, smussare, spuntare. ↔ aguzzare, appuntire, [riferito a una lama e sim.] affilare. 2. (fig.) a. [attuare con prontezza e decisione la repressione di una passione, di un impulso negativo e sim.: r. l'orgoglio, l'ira] ≈ reprimere, soffocare. ↓ contenere, controllare, dominare, frenare, limitare, moderare, (lett.) rattenere, sopire, trattenere. ↔ liberare, scatenare, sfogare. ↓ alimentare, attizzare, istigare, rattizzare, ravvivare, rinfocolare. b. [reagire con prontezza a un assalto e sim.: r. un assalto] ≈ (ant.) repellere, respingere, ricacciare (indietro). ↔ subire. c. [reagire prontamente a un'accusa e sim.: r. una critica] ≈ controbattere (ø, a), respingere, ribattere (a), rimbeccare. ↓ reagire (a), rispondere (a), replicare (a). ↔ subire.