rinterzare
v. tr. e intr. [der. di terzo] (io rintèrzo, ecc.). – 1. tr. a. letter. o raro. Triplicare, fare cioè tre (o anche più) strati, riferito soprattutto a scudi, corazze e altre armi di difesa: Per tutto riforbire, auzzar ferri, Annestar maglie, rinterzar corazze (Caro). b. Con sign. più ampio, rifare, replicare, ripetere tre volte: spuntando fuora l’alba, la sconsolata, a la quale parse che quella notte fosse rinterzata come le messe di Natale, si fece a la finestra (Aretino). In partic., in agraria (anche interzare), arare il terreno per la terza volta, in modo da incrociare il lavoro precedente. c. ant. Accrescere di un terzo, negli incanti, la somma proposta. 2. intr. (aus. avere), raro. Nel gioco del biliardo, tirare di rinterzo, fare un rinterzo. ◆ Part. pass. rinterzato, anche come agg.: scudo di cuoio rinterzato, su tre strati; alberi rinterzati, piantati su tre file; rima rinterzata, secondo lo schema ABC, ABC (si trova talvolta nelle terzine del sonetto); sonetto rinterzato (o doppio), sonetto, proprio dell’antica poesia italiana, in cui sono inseriti sei settenarî (dopo il primo, il terzo, il quinto, il settimo, il decimo, il tredicesimo endecasillabo), rimati ciascuno con l’endecasillabo precedente (per es., il sonetto di Dante Se Lippo amico se’ tu che mi leggi).