rinnovo
rinnòvo (raro rinnuòvo) s. m. [der. di rinnovare]. – 1. L’azione di rinnovare, il fatto di rinnovarsi e di venire rinnovato, soprattutto nei sign. di sostituire: r. del proprio guardaroba; r. del consiglio d’amministrazione; di prorogare: r. di un contratto, di una cambiale (chiedere, ottenere il r.); di riconfermare: r. dell’abbonamento a teatro, a una rivista, ecc.; di ripetere: r. di un avvertimento, di scuse. 2. Usi tecn. e scient. particolari: a. In agraria, lavorazione del terreno fino a notevole profondità in modo da rimuovere tutto lo strato arabile, che quindi è reso soffice e capace d’immagazzinare notevole quantità d’acqua, e da consentire una buona distribuzione dei fertilizzanti e un maggiore approfondarsi delle radici; colture da r., le colture di alcune piante più esigenti, come barbabietola, mais, tabacco, per le quali è necessario preparare adeguatamente il terreno; potatura di r., quella che si fa per rinnovare la chioma di un albero con rami novelli, eliminando quelli esauriti o invecchiati. b. In urbanistica, r. urbano (traduz. dell’ingl. urban renewal), l’insieme degli interventi tesi a riqualificare città o quartieri esistenti migliorandone i servizî e la viabilità. c. In economia, r. di un capitale fisso, il complesso delle sostituzioni totali o parziali rese necessarie dalla perdita di produttività del capitale stesso in conseguenza dell’uso e del passare del tempo. d. Nel calcolo delle probabilità, processi di r., i processi aleatorî che studiano le situazioni in cui un macchinario (supposta aleatoria la sua durata) deve essere sostituito.