rinnegare
v. tr. [lat. *renegare, der. di negare «dire di no»] (io rinnégo, tu rinnéghi, ecc.). – 1. Dichiarare di non aver conosciuto una persona che si è conosciuta, rifiutando con questo atto gli obblighi o i legami di obbedienza, di affetto, o di rispetto che a essa legano; si dice per lo più in tono di riprovazione e di condanna: r. il proprio padre, la famiglia, le proprie origini, un amico, il maestro; Pietro rinnegò Gesù (con riferimento all’episodio narrato in Matteo, 26). 2. Riferito a idee o istituzioni religiose, morali o civili, non voler più dare a esse, dichiarandolo esplicitamente o anche solo dimostrandolo coi fatti, la propria adesione o devozione o fedeltà giurata o solennemente promessa o anche solo mantenuta per un certo tempo: r. la propria religione, la fede, la patria; r. un principio morale, una tradizione; r. le proprie idee politiche. Più raram., abbandonare un comportamento considerato sbagliato: rinnegò la sua vita egoista e si dedicò al volontariato. ◆ Part. pass. rinnegato, anche come agg., che ha rinnegato un’idea o un’istituzione religiosa o civile: cristiano rinnegato; e come s. m. (f. -a): un rinnegato politico; spesso, assol., chi ha rinnegato la propria fede religiosa, o anche politica, per abbracciarne un’altra.