rimuovere
rimuòvere (pop. o letter. rimòvere) v. tr. [lat. removēre «allontanare», comp. di re- e movēre «muovere»] (coniug. come muovere). – 1. non com. Muovere di nuovo: il vento muoveva e rimuoveva la tenda. 2. a. Muovere una cosa dal luogo dove era posta o collocata; quindi, spostare, togliere via, levare, per lo più di cosa massiccia o ingombrante: r. l’armadio; r. una statua, un macigno; r. le macerie; riferito a persona: nessuno riusciva a rimuoverla dal letto del figlio ammalato; per r. il cadavere è necessaria l’autorizzazione del giudice. In senso fig.: r. un ostacolo, un impedimento, un’accusa; rimossa ogni menzogna, Tutta tua visïon fa manifesta (Dante); r. ogni indugio, ogni esitazione. b. non com. Riferito a persona (o essere personificato), allontanare: così rimossi dalla terra i beati fantasmi, salvo solamente Amore (Leopardi). Più com., in senso fig., mandare via dall’ufficio, dalla carica, dal grado: i funzionarî compromessi con il tentato colpo di stato furono rimossi dall’impiego; l’ufficiale fu rimosso dal grado (v. rimozione, n. 1 b); oppure distogliere una persona da un proposito, da una convinzione, da uno stato d’animo: non sono riuscito a rimuoverlo dalla sua idea, dal suo proposito, dalla sua ostinazione; una voce ... Che da ogne altro intento mi rimosse (Dante); non posserono né con forza né con industria dalla impresa rimuoverlo (Machiavelli). Con il sign. di allontanare, distogliere, anche nel rifl. o intr. pron.: Tu pensi ch’i’ mi sia da te rimosso, Non mi vedendo, e pur son teco ognora (Poliziano); non si rimosse dalla sua convinzione. 3. In psicanalisi, respingere ed escludere dalla coscienza, mediante il processo della rimozione (v.), contenuti che potrebbero costituire fonte di angoscia e senso di colpa per il soggetto (v. rimozione, n. 2). ◆ Part. pass. rimòsso (ant. anche rimòto), anche come agg. (rovistare tra le macerie rimosse), spec. nella terminologia psicanalitica freudiana, riferito a ciò che è oggetto di rimozione: impulso, ricordo, pensiero rimosso (e assol., come s. m., il rimosso). Nell’uso ant. e letter., anche con il sign. di «lontano»: Già eravam da la selva rimossi Tanto ... (Dante: qui però eravam rimossi può essere inteso come forma di trapassato prossimo intr.); talora con uso avverbiale, e quindi invar.: ivi forse una balestrata rimosso dall’altre abitazioni ... comperò una possessione (Boccaccio).