rimproverare [dal lat. ✻reimproperare, der. di improperare "improperare", col pref. re-] (io rimpròvero, ecc.). - ■ v. tr. 1. [indirizzare su una persona il proprio biasimo per il male o l'errore che ha commesso, per lo più affinché si corregga o si ravveda, anche con le prep. di, per del secondo arg.: rimproverò il figlio della (o per la) sua ingratitudine; r. aspramente un dipendente] ≈ ammonire, biasimare, (fam.) dirne quattro (a), (fam.) fare una parte (a), (fam.) gridare, rabbuffare, (non com.) rampognare, (non com.) redarguire, rimbrottare, riprendere, (non com.) scardassare, sgridare, (fam.) strapazzare, (fam.) strigliare. ↔ elogiare, encomiare, lodare. 2. (estens., non com.) [ricordare a qualcuno brontolando i benefici, i favori e sim. ricevuti: gli rimproverava anche quel po' di libertà che gli concedeva così raramente] ≈ rinfacciare. 3. (estens.) [nutrire sentimenti di riprovazione per qualcosa, con la prep. a del secondo arg.: gli ho sempre rimproverato la sua faciloneria] ≈ criticare, disapprovare. ■ rimproverarsi v. rifl. [avere rammarico, con la prep. di: r. di non aver fatto tutto il necessario] ≈ accusarsi, dispiacersi, rammaricarsi. ‖ pentirsi.