rimescolare
v. tr. [comp. di ri- e mescolare] (io riméscolo, ecc.). – 1. Mescolare di nuovo: le hai mescolate poco le carte: rimescolale! 2. a. Intensivo di mescolare, mescolare bene, con cura o a lungo, agitando e riagitando: metti un cucchiaio di zucchero e rimescola; r. la polenta; r. un mucchio di carte, di documenti, di libri, metterli sottosopra rovistando disordinatamente; r. il mazzo delle carte, o le carte, scozzarle bene (e, in senso fig., confondere gli elementi di una situazione, o modificarli profondamente). Com. l’espressione fig. r. il sangue, per indicare un turbamento violento e improvviso prodotto da uno spavento, da un’offesa, da uno spettacolo atroce o moralmente disgustoso: quella vista gli rimescolò il sangue; più spesso come intr. pron. (con sangue per soggetto): mi si rimescola il sangue, a ripensarci!; usato assol.: mi sento tutto r. dallo sdegno; e nella forma attiva, con valore causativo: diventava vile al suono di quella voce che lo rimescolava tutto (Capuana). b. fig. Rivangare, richiamare alla memoria faccende, questioni, ricordi di cui sarebbe meglio non parlare: non è il caso di r. queste vecchie storie. c. letter. o raro. Nell’intr. pron., riferito a persone, mescolarsi, confondersi nella folla: d’ogn’intorno Scorrendo si rimescola, e s’aggira (Caro); riferito a cose, andare sossopra, sconvolgersi: visto del suo regno [il mare] Rimescolarsi i più riposti fondi (Caro); in senso fig., mescolarsi, confondersi: Questa è la Senna E in quel suo torbido Mi sono rimescolato (Ungaretti).